Ascoltatelo qui: Intervista realizzata da Vittorio Cagnoni e trascritta da Fabio Pavanati (https://drive.google.com/file/d/0Bya4ty8B5omAQkNraXNTUHE5UVU/view?usp=sharing) lo scorso 20 Ottobre 2016.
L’ultima Aquila Randagia vivente testimonia in modo chiaro e forte la fede cristiana ed i valori dello scautismo anche nei tempi più neri.
Un episodio significativo è il finto rapimento di Gabriele Balcone, bambino con madre ebrea, avvenuto nel dicembre 1943. La famiglia, mentre tenta di varcare il confine, viene catturata e il piccolo è lasciato dalle SS nella Casa San Giuseppe di Varese in attesa di essere deportato a Buchenwald. L’OSCAR si mobilita e fa trasferire il piccolo in ospedale col pretesto di un intervento chirurgico; qui dopo che ne è determinata con esattezza la posizione, Kelly e Baden, l’uno travestito da medico l’altro che lo attende in macchina, rapiscono Gabriele e, dopo averlo nascosto qualche tempo, lo restituiscono al padre col quale emigrerà in Australia.